Melanoma in fase avanzata: Pembrolizumab, un inibitore di PD-L1, mantiene la sua attività antitumorale nel lungo periodo, anche dopo sospensione del trattamento
Il mantenimento della risposta antitumorale a lungo termine e la memoria immunologica sono caratteristiche specifiche dell’immunoterapia oncologica.
Al Meeting dell'ASCO 2018 sono stati presentati i risultati aggiornati a 4 anni dello studio KEYNOTE-006, nei pazienti che avevano completato 2 anni di trattamento con Pembrolizumab ( Keytruda ), e i dati relativi al secondo ciclo di trattamento.
I primi risultati di KEYNOTE-006 avevano stabilito la superiorità di Pembrolizumab su Ipilimumab ( Yervoy ) nel melanoma in fase avanzata.
Un totale di 834 pazienti sono stati assegnati in maniera random a ricevere un trattamento con Pembrolizumab 10mg/Kg ogni 2 settimane, oppure Pembrolizumab 10mg/Kg ogni 3 settimane oppure Ipilimumab 3 mg/Kg ogni 3 settimane per 4 somministrazioni.
Il trattamento con Pembrolizumab è stato proseguito per 2 anni o fino a progressione di malattia, comparsa di tossicità grave, decisione del ricercatore.
I risultati hanno dimostrato che Pembrolizumab mantiene una attività antitumorale durevole nei pazienti con melanoma in fase avanzata naive-al-trattamento o in quelli pre-trattati.
Dei pazienti che hanno completato i due anni di trattamento con Pembrolizumab, l’86% è risultato ancora libero da progressione di malattia ( endpoint co-primario dello studio ) a 20 mesi di follow-up; il tasso di sopravvivenza globale ( OS; endpoint primario dello studio ) a 4 anni è stato pari al 41.7% nei due bracci combinati di pazienti trattati con Pembrolizumab, rispetto al 34.1% di quelli trattati con Ipilimumab.
I dati di sopravvivenza globale, relativi ai pazienti naive-al-trattamento, sono stati rispettivamente 44.3% nei due gruppi di soggetti trattati con Pembrolizumab contro il 36.4% del braccio Ipilimumab.
Dallo studio è emerso che Pembrolizumab è un farmaco sicuro in grado di fornire una attività antitumorale addizionale a un secondo ciclo di trattamento.
Lo studio KEYNOTE-006 ha descritto l’andamento clinico dei pazienti dopo sospensione di Pembrolizumab dopo due anni di terapia.
Questi dati di sopravvivenza a lungo termine rappresentano un punto di riferimento per la pratica clinica, indipendentemente dall’espressione del gene BRAF.
Inoltre nel gruppo dei pazienti trattati per 2 anni con Pembrolizumab, l’86% ha mantenuto la risposta dopo sospensione del trattamento, a un follow-up mediano di 20.3 mesi.
In aggiunta, la maggior parte dei pazienti ritrattati con Pembrolizumab a progressione, ha ottenuto un beneficio clinico. ( Xagena_2018 )
Fonte: ASCO ( American Society of Clinical Oncology ) Meeting, 2018
Xagena_Medicina_2018