Immunoterapia adiuvante nel melanoma e sviluppo di nuovi approcci che utilizzano l'approccio neoadiuvante


Il melanoma è il terzo, più comune, tumore della pelle, ma è la principale causa di morte per neoplasie cutanee.
Sebbene la malattia in stadio precoce sia spesso curata con la resezione chirurgica con una eccellente sopravvivenza a lungo termine, i pazienti con profonde lesioni primarie ( AJCC stadio IIB-C ) e quelli con linfonodi regionali microscopici ( IIIA ) o clinicamente evidenti o metastasi in-transit ( IIIB-C) presentano un aumento del rischio di recidiva e di morte.
L’incidenza di decesso a 5 anni è del 70% o più.

Nei pazienti ad alto rischio di recidiva / metastasi, la terapia adiuvante ad alte dosi di Interferone alfa-2b dopo resezione chirurgica definitiva ha dimostrato di migliorare la sopravvivenza libera da recidiva e la sopravvivenza globale.

La chemioterapia neoadiuvante e/o la radioterapia hanno offerto la prospettiva di migliorare il rischio regionale di ricorrenza e la sopravvivenza globale in diversi tumori solidi.

L'avvento di nuove, efficaci, terapie a bersaglio molecolare per la malattia metastatica e nuove immunoterapie che ripristinano i checkpoint della risposta immunitaria, hanno aumentato la gamma di nuove opzioni terapeutiche.

Sono stati condotti diversi studi che hanno chiarito il meccanismo di azione dell’Interferone-alfa, oltre a fornire comprensione sugli effetti degli anticorpi monoclonali anti-CTLA4.

A questi farmaci ( Ipilimumab [ Yervoy ], un anticorpo anti-CTLA4; Vemurafenib [ Zelboraf ], un inibitore di BRAF ) seguiranno altre immunoterapie in grado di superare il checkpoint PD-1 ( anti- PD1 e anti-PDL-1 ), così come altri agenti a bersaglio molecolare, come l'inibitore di BRAF Dabrafenib ( Tafinlar ) e l’inibitore di MEK Trametinib ( Mekinist ), Selumetinib, e MEK162. ( Xagena_2013 )

Fonte: Clinical Dermatology, 2013

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