Cheratosi attinica: fattori di rischio e trattamento


La cheratosi attinica è una lesione tumorale della pelle frequentemente osservata negli adulti. Si sviluppa spontaneamente in seguito a una prolungata esposizione ai raggi ultravioletti, naturali o artificiali.
La principale differenza con altri tipi di tumore della pelle consiste nel fatto che il paziente può manifestare fino a centinaia di lesioni attiniche molto antiestetiche, ciascuna delle quali potenzialmente pericolosa perché può evolvere in forma maligna.

I principali fattori di rischio per lo sviluppo di cheratosi attinica sono, oltre alla predisposizione genetica, proprio le esposizioni solari cumulative prive di protezione a causa di motivi di lavoro ( contadini, muratori, pescatori ) o ricreazionali ( golfisti, velisti, etc. ), specialmente in persone con pelle ed occhi chiari, capelli biondi o rossi e in maggioranza di sesso maschile.
Altro fattore di rischio importante è costituito dall’età: si registra un progressivo aumento dei casi dai 40 anni in poi, anche se a causa di una maggiore e prolungata esposizione ai raggi solari, si registra un incremento di casi di cheratosi attinica tra le fasce d’età più giovani.
Altre categorie a rischio sono rappresentate dai pazienti in terapia immunosoppressiva e dalle persone con pelle chiara predisposta a scottature.
La cheratosi attinica si manifesta sotto forma di piccole macule arrossate ricoperte da squame dure e ruvide al tatto, le cui dimensioni variano da pochi millimetri a 4 centimetri di diametro.
Le cheratosi attiniche possono essere, isolate o confluenti, soprattutto sulle aree della pelle esposta al sole: dal cuoio capelluto al volto, fino al dorso, alle mani e agli avambracci.

La prevalenza di cheratosi attinica è in aumento in Europa e varia dal 15 al 34% nella popolazione maschile e dal 6 al 10% nella popolazione femminile, rispettivamente all’età di 40 e 70 anni.
In Italia, secondo lo Studio italiano sulla prevalenza della cheratosi attinica ( Prevalence of Actinic Keratoses Italian Study ) si stima che almeno 400.000 persone, l’1.4% della popolazione sopra i 45 anni, presentino lesioni da cheratosi attinica; il 3% è invece costituito da over 74.

I pazienti affetti da cheratosi attinica possono fare affidamento su numerosi trattamenti: da quelli fisici, che hanno la funzione di distruggere direttamente la lesione, come il laser, la crioterapia, il curettage, l’escissione chirurgica e la diatermocoagulazione, a quelli diretti al cosiddetto campo di cancerizzazione, che prevedono una vera e propria bonifica delle lesioni superficiali visibili e di quelle subcliniche circostanti.

I trattamenti disponibili sono di vario tipo: la terapia fotodinamica o PTD con un agente fotosensibilizzante, il 5-Metilaminolevulinato, l’Acido aminolevulinico cloridrato e la luce infrarossa.

La principale novità terapeutica è però costituita dall’Ingenolo mebutato ( Picato ), un gel che il paziente applica quotidianamente sull’area interessata per tre giorni consecutivi ( viso ) o per due giorni ( corpo ) a seconda della localizzazione delle lesioni.
Questo trattamento topico garantisce una elevata efficacia anche per la prevedibile aderenza da parte del paziente a una terapia di così breve durata.
Inoltre, l’Ingenolo mebutato non si limita a curare le lesioni visibili ma cura anche quelle non-visibili a occhio nudo trattando la zona circostante. ( Xagena_2016 )

Fonte: Leo Pharma, 2016

Xagena_Medicina_2016