Idrosadenite suppurativa, una malattia autoimmune di difficile diagnosi


L’idrosadenite suppurativa è una malattia autoimmune che si manifesta con cisti, ascessi e fistole che affliggono principalmente le pieghe del corpo ( le zone inverse ), ovvero le ascelle, l’area intramammaria, l’inguine, i glutei, l’interno cosce e la zona perianale, e che compromette seriamente la qualità di vita di chi ne soffre.

L’idrosadenite suppurativa è una patologia di diagnosi difficile e tardiva. La lentezza della diagnosi comporta un grave danno per il paziente, che non riceve le terapie adeguate per tempi anche lunghi, subendo un ritardo terapeutico che influenza i buoni risultati nel trattamento della patologia.

Pur essendo di elevato interesse dermatologico di fatto molti pazienti vengono indirizzati dal proprio medico di medicina generale, al chirurgo, il quale spesso, omette di formulare la diagnosi poiché l’ idrosadenite suppurativa viene spesso classificata come cisti sebacea o altre patologie.

Il paziente si trova quindi a vivere per lungo tempo soffrendo di una patologia di cui non conosce il nome e le possibilità terapeutiche.
La persona affetta da idrosadenite suppurativa pertanto subisce spesso nel corso della sua esistenza drenaggi senza anestesia che non sono risolutivi e questo la spinge ad abbandonare il ricorso alla medicina.

In una situazione di dolore costante, con compromissione dei movimenti e con coinvolgimento delle zone intime i pazienti vivono un’esistenza di notevole sofferenza sia fisica che psicologica. Risulta quindi importante il ruolo dello psicoterapeuta.
La componente di esclusione sociale e di percezione di bassi livelli di qualità di vita ha infatti nell’idrosadenite caratteristiche allarmanti.

Non si conosce esattamente la prevalenza della patologia in quanto nessuna indagine epidemiologica di prevalenza è stata fatta. La letteratura scientifica spazia dallo 0.1% al 4% della popolazione generale. ( Xagena_2017 )

Fonte: Abbvie, 2017

Xagena_Medicina_2017