Melanoma metastatico: biomarcatori predittivi di risposta a Pembrolizumab, un anticorpo monoclonale anti-PD-1


Uno studio ha mostrato che i pazienti con melanoma metastatico hanno una maggiore probabilità di rispondere a Pembrolizumab ( Keytruda ), un anticorpo anti-PD-1, se presentano una percentuale elevata di linfociti T positivi per le proteine CD8, PD-1 e BIM.

Pertanto, la misurazione dei livelli di proteina BIM nei linfociti T PD-1-positivi e CD8-positivi potrebbe consentire di selezionare i pazienti che potrebbero trarre beneficio dall'immunoterapia.

E' stato scoperto che la molecola proapoptotica BIM si attiva quando PD-1 interagisce con B7-H1 ( PD-L1 ), inducendo la morte delle cellule T, e che una elevata espressione di BIM si traduce in un aumento del processo apoptotico da parte delle cellule T in seguito all’interazione tra PD-1 e PD-L1.

Inoltre, la presenza di B7-H1 solubile ( sB7H1 ) nel siero di pazienti oncologici ha mostrato che la proteina è biologicamente attiva e capace di innescare segnali nelle cellule T bersaglio grazie al mantenimento dei domini di legame di PD-1.

E' stato quindi ipotizzato che la sovraregolazione di BIM in cellule T CD8+ rifletta il grado di interazione tra PD-1 e PD-L1 e possa essere predittiva del livello di reversibilità delle cellule T PD-1-positive, CD8-positive al blocco di PD-1.
Inoltre, i livelli costantemente elevati di BIM in campioni di sangue periferico misurati in serie in pazienti con melanoma metastatico in trattamento con farmaci anti-PD-1 appaiono essere associati a resistenza al trattamento, mentre una diminuzione dei livelli di BIM potebbre identificare i pazienti maggiormente sensibili alla terapia.

Per valutare l'ipotesi, sono stati raccolti campioni di sangue periferico da pazienti con melanoma metastatico in trattamento con Pembrolizumab al basale e al momento della valutazione radiografica del tumore.
I pazienti sono stati trattati con Pembrolizumab 2 mg/kg ogni 3 settimane.

Dei campioni basali di 38 pazienti, erano disponibili campioni in serie per 18.

E' stato osservato che i pazienti che avevano raggiunto risposte obiettive dopo quattro cicli di trattamento con Pembrolizumab avevano una maggiore percentuale di cellule BIM-positive, PD-1-positive e CD8-positive al basale, rispetto ai pazienti con segni di progressione radiografica ( 51.5% versus 36.5%; P = 0.0068 ).

Inoltre, tra i pazienti che hanno risposto al trattamento è stata osservata una diminuzione significativa delle cellule T CD8-positive, BIM-positive e PD-1-positive dopo i primi 3 mesi di trattamento ( P = 0.0098 ).

I pazienti che hanno ottenuto un beneficio clinico dopo quattro cicli di trattamento avevano livelli maggiori di PD-L1 solubile al basale ( 2.1 ng/ml versus 1.1 ng/ml ). ( Xagena_2015 )

Fonte: AACR International Cancer Immunotherapy Conference, 2015

Xagena_Medicina_2015